giovedì, Ottobre 17, 2024

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Vocegiallorossa.it © foto di  

Daniele De Rossi, allenatore della Roma, ha rilasciato un’intervista a DAZN. Ecco le parole del tecnico giallorosso:

L’estate da allenatore

“La differenza tra l’estate da allenatore e quella da calciatore è notevole. Da calciatore arrivavo un paio di giorni prima del raduno per rimettermi in sesto, preparando la stagione con calma. Come allenatore, invece, sono rimasto qui tutta l’estate. Il lavoro inizia molto prima rispetto a quello percepito da calciatore. Lì la data di inizio e il giorno del ritrovo coincidevano, qui le cose iniziano ben prima. Devi pensare a tutto, essere pronto per ogni evenienza e sapere che la pressione sarà alta. Mi è piaciuto moltissimo e penso che mi sento nato per fare questo lavoro. All’inizio ti fa sentire in controllo e ti dà la possibilità di creare la tua squadra. Forse con il tempo mi prenderò delle vacanze, ma stavolta ho lavorato senza sosta dall’anno scorso perché c’era molto da ricostruire e dovevo testarmi come allenatore per la prima volta in estate”.

La Roma su Football Manager

“Una volta c’erano giochi come PC calcio, che poi è diventato Football Manager, e credo esista ancora. Lo chiamavamo scudetto ed era parte integrante dei nostri pomeriggi. Non c’era la Playstation, ma qualcosa di lontanamente paragonabile. Il gioco del calcio manageriale era il mio preferito. Con i miei amici, anche d’estate, rinunciavamo al mare per giocare. Ognuno sceglieva la sua squadra e metteva il nome di un allenatore a cui era affezionato. Spesso usavo il nome del mio allenatore dell’Ostiamare, ma altre volte era Daniele De Rossi. Si sceglieva la Roma e tu eri l’allenatore. Anche i miei amici facevano lo stesso con i loro computer. Ora a me è capitato davvero e spero di essere più bravo che a Football Manager. Lì, se perdevo, spegnevo e riaccendevo senza salvare per non contare la partita persa. Qui devo chiedere se è possibile, ma temo di no”.

“Ho costruito una squadra più tecnica, con maggior qualità. Maggior possesso palla e meno errori nella costruzione sono i nostri obiettivi. Vogliamo una squadra capace di riconquistare la palla rapidamente per dominare il ritmo e il possesso del pallone. A volte, purtroppo, la realtà del calcio non è matematica: anche se fai tutto bene, il risultato non è garantito. Le stesse idee che ho io e la società le hanno anche Milan, Inter, Lazio e Napoli. È una sfida, penso che il calcio stia andando verso una maggiore fisicità e qualità. Ogni stagione può essere un’opportunità per un salto di qualità. Non solo per Lorenzo (Pellegrini), ma per tutti i giocatori. Anche a 30 anni si può migliorare. Ho visto Lorenzo crescere come uomo, capitano e atleta incredibile. Negli ultimi sei mesi della passata stagione ha fatto prestazioni notevoli sia dal punto di vista tecnico che realizzativo. Quest’anno stiamo lavorando bene, sia lui che Mancio e Brian (Cristante) stanno facendo un buon lavoro con i giovani, aiutandoli nei momenti difficili. Sono molto soddisfatto di Lorenzo e degli altri italiani, che sono fondamentali per questo spogliatoio. Anche Stephan (El Shaarawy), pur essendo più riservato, è una figura di riferimento per noi”.

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