Le recenti esternazioni di Francesco Totti non sono passate inosservate: la Roma ha già imboccato una strada precisa in risposta alle sue dichiarazioni.
“Mi vedrei in un ruolo come quello ricoperto da Ibrahimovic o Zanetti: un riferimento tra società, squadra e allenatore. In poche parole, una figura come quella del direttore tecnico”. Queste le parole di Francesco Totti, che durante una delle sue ultime interviste ha toccato vari temi caldi relativi alla Roma, senza lesinare puntualizzazioni e critiche che, come prevedibile, hanno scatenato l’opinione pubblica.
Dichiarazioni senza filtri di Totti
“Con Daniele non ho mai avuto problemi: per lui darei un braccio (…). La Roma deve arrivare in Champions, se investi 100 milioni e non ci arrivi è un fallimento totale. De Rossi è il parafulmine”. Come sempre senza peli sulla lingua, Totti ha lanciato un avviso chiaro e forte. A ritornare sulle parole dell’ex capitano della Roma è stato ‘Il Messaggero’, focalizzandosi sulla (non) risposta del club giallorosso alle recenti dichiarazioni di Totti. Un silenzio rumoroso e tagliente che evidenzia il gelo nei rapporti tra la proprietà e Totti. La Roma ha deciso di non rispondere formalmente alla presa di posizione di Totti, proprio come era successo in passato con Mourinho quando sottolineava la necessità di una figura forte in dirigenza.
La strategia del silenzio della Roma
Il Messaggero ha analizzato la situazione: “Impermeabili ai messaggi e votati più alla diplomazia che allo scontro, la proprietà statunitense, almeno a livello dirigenziale, ha dimostrato in questo triennio di volersi circondare di persone poco inclini ad alzare la voce”.
Da qui emerge la considerazione finale: “Il famoso caffè di Totti ormai è diventato freddo e non riscalderà in futuro, soprattutto dopo le sue ultime parole. Ma la sostanza non cambia. Se non sarà Francesco, continua a mancare una figura che possa fare da trait d’union con l’esterno”. La Roma, però, sembra avere le idee chiare: almeno nel prossimo futuro, l’eventuale inserimento di Totti in dirigenza non è considerato una possibilità praticabile. La via del silenzio prosegue.