La proprietà americana della Roma inizia a manifestare preoccupazione per il rapido declino della squadra. Gli ultimi sviluppi sembrano mettere all’ordine del giorno l’eventuale esonero di Ivan Juric. Nonostante i Friedkin siano noti per la loro capacità decisionale, talvolta anche drastica e immediata, si interrogano se tale approccio possa risultare controproducente.
Decisioni repentine e conseguenze
L’addio improvviso di José Mourinho è stato motivato sia dai risultati deludenti quanto da una gestione caratteriale ritenuta troppo imponente. La decisione, poco apprezzata tra i tifosi, ha visto il cuore del popolo giallorosso diviso tra l’apprezzamento per il personaggio del ‘Number One’ e le sue effettive capacità tecniche sul campo. A suscitare un ulteriore scossone è stato l’allontanamento di Daniele De Rossi, che per molti era un pezzo della storia recente del club giallorosso, oltre che un tecnico emergente. I risultati del suo successore, Ivan Juric, non hanno invertito la tendenza negativa: il netto 3-0 all’Udinese sembrava solo un inganno momentaneo.
Friedkin scottati: torna Daniele De Rossi?
La questione del ritorno di Daniele De Rossi in panchina è dibattuta, soprattutto perché i risultati sono la pietra di paragone più ferrea. La crisi iniziata al tempo della partita contro il Venezia e ulteriormente aggravata dalla brutta prestazione in Europa League contro gli svedesi, segnalano che la posizione di Juric potrebbe essere a rischio se i risultati non miglioreranno. In un contesto così incerto, i Friedkin devono decidere se optare per un terzo cambio di allenatore, scenario già visto con Aurelio De Laurentiis al Napoli nella passata stagione, o ripensare alla scelta del passato. In attesa del riposo per le nazionali, la Roma di Juric si prepara ad affrontare il Monza, con tutte le incognite legate a un possibile cambio nella direzione tecnica.
L’attesa cresce per il confronto con il Monza, risultato che potrebbe avere significative ripercussioni sulle future direzioni strategiche del club.